progetto di scambio teatrale dal basso: NNU (berlino) e TEATROFORTE (roma)

Theaterkapelle, Friedrichshain (Berlino)
28.12.09-10.01.10 residenza creativa
7.01.10 prima HAMLETFABRIK II hamlet:maschine - ofelia
repliche successive: 8.-9.-10.01.10

sabato 12 dicembre 2009


NNU Neuer Notwendiger Untergrund (Nuovo necessario sottosuolo)

ensemble di artisti internazionali protagonisti di uno scambio artistico dal basso



HAMLETFABRIK II

hamlet:maschine - ophelia



Coproduzione NNU e TeatroForte

Organizzazione effimerateatro




Apertura della Fabbrica: 28.12.09

Debutto: Hamlet:Maschine Ophelia il 07. 01. 2010; ore 20. 00
Teatro: „Theaterkapelle“ a Friedrichshain, Berlino
Repiche: 08.01. 2010; 09. 01. 2010; 10. 01. 2010; ore 20.00

Inoltre dal 30/12 al 06/01 dalle 22:00 Cafè Mueller – eventi collaterali nella cantina del teatro


RIFIUTO QUIETE ESPLOSIONE - “Io non ho più alcun ruolo”

Nelle officine teatrali “Hamletfabrik I” (svoltasi a Roma nell'Agosto 09) e “Hamletfabrik II” (che si svolgerà a Berlino a cavallo del nuovo anno) si fabbrica un teatro politico. Il collage teatrale “Hamlet:Maschine Ophelia” che risulta da questo lavoro è una combinazione delle più diverse estetiche teatrali, una la forza dell'immagine teatrale e lascia che masse di uomini si incontrino e si scontrino nel teatro. Si balla, o si danza; si parla, o si urla; si tace, si ride, si piange, si mente e si canta, si suona e si geme, si nega – contro la noia si gioca (intraducibile il verbo che significa allo stesso tempo recitare, suonare, giocare) – si fa teatro. Amleti e Ofelie uniti in coro come forza rivoluzionaria, diversi nelle lingue e nelle immagini, ma significanti della stessa rivendicazione artistica – questi sono gli “operai” che lavorano nella Hamletfabrik (la fabbrica di Amleto/i). Alla ricerca, come le figure di Mueller Amleto-Uomo e Ofelia-Donna, del senso del teatro e del loro proprio ruolo nella vita. “Hamlet:Maschine Ophelia” è uno spettacolo che parla di amore, un collage sulla guerra e sulla riconciliazione. Una ricerca collettiva di un'utopia e il tentativo di trovare forme di sopravvivenza sulla grande scacchiera delle ingiustizie delle nostre vite (teatrali).

Uwe Schmieder – regista e direttore artistico NNU


Presentazione dello spettacolo

La Hamletfabrik è un catalogo di domande che cercano risposte, e che attraverso questo movimento fabbrica, possibilmente, teatro. È come una descrizione di un quadro – un'apocalittica sfilata di fantasmi piena di Zombie in un luogo estraneo, nel quale si danzi, parli, taccia, canti, rida, pianga, faccia musica, si urli, si gema, si menta, neghi, si reciti contro la noia – was das Zeug hält. È tutto esattamente come un qualunque altro vero teatro. Non vuole distinguersi da questo ma lo stesso è anche qualcos'altro. È la combinazione delle più diverse estetiche, utilizza milioni di immagini e si cristallizza in un furioso stato di quiete. La Hamletfabrik è “balletto vivente di morti viventi e vivi già morti”, uniti in un rivoluzionario coro. Gli interpreti sono fra loro diversi, parlano lingue diverse – ma significanti della stessa, unica rivendicazione artistica. Come macchine-uomini-müller alla ricerca di una forza rivluzionaria. Amleto e Ofelia sono sempre, ancora, alla ricerca dell'amore sul campo di battaglia fra uomini e donne, che diventerà teatro.



Note di regia

"hamlet:maschine-ophelia" è solo la conseguenza logica e il prossimo passo di una lunga relazione che lega il lavoro dell'NNU ai testi di Heiner Müller. Sono diversi i lavori già compiuti con e attraverso i testi, la lingua, la drammaturgia e lo “stile” teatrale di questo autore.

La chiara descrizione di un luogo fittizio e della possibile uccisione che all'interno di questo può avvenire (Descrizione di un quadro) dall'altro lato la negazione del proprio “io” in un inevitabile inferno sulla terra (Hamletmaschine) sono i punti di partenza per questo nostro prossimo lavoro.

La lotta fra il conscio e l'inconscio e le leggi del movimento e dello scorrere del tempo sono il motore si questa “fabbrica di testi”.

Il nostro programma: il famoso ritorno e riconoscimento dell'uguale, il gioco di potere, un gioco amoroso, tra uomo, donna, uccello, il motto “io non sono Amleto, Müller, Meier, Schulze”, l'interruzione nello scorrimento, il balbettio nel testo senza lingua, il buco nell'eternità, il forse risolutore ERRORE.

I viventi disturbano il balletto dei morti con le loro ombre e i loro passi di danza.

Il passato definisce il futuro che proprio questo non può più essere scelto e strutturato liberamente.

La dimensione del fallimento colpisce e riguarda tutti inevitabilmente: Amleto, Ofelia, Müller, noi, io, la tempesta congelata.

H. Müller abbandona in “Descrizione di un quadro” così come in “Hamletmaschine” ogni struttura narrativa. Inizia dopo la storia, dopo il conflitto. Amleto e Ofelia nella Hamletmaschine, l'UOMO, la DONNA e l'uccello nella “Descrizione di un quadro” non vivono più nella piéce, bensì esistono dopo questa, dopo la morte, dopo il teatro. Amleto esce dal suo ruolo. Si mette al di sopra dei problemi pratici e morali della classica situazione amletica. Un vano, ingiocabile finale di partita. Le domande poste nella “Descrizione” a riguardo dell'azione, dello sguardo su di essa, permette a Müller di giocare diverse possibilità. Ogni presa di posizione si rende vana. Ci troviamo fra i due fronti e da entrambi i lati del fronte. Il con e il contro sono annullati. Qualunque situazione è privata dei suoi confini, l'”io” all'attacco senza speranza sostituibile, interscambiabile. Siamo in un tempo in cui il disprezzo, lo “schifo”, è un privilegio. Allo stesso modo Ofelia, somma delle esperienze del dolore e della perdita, esce. Si trasforma nell'ultimo passaggio nella Elettra in “selvaggia attesa” nella sua mostruosa armatura. Nessuna filosofia può salvarla/ci o portare un qualche orientamento in questo stato di abbandono. E quando lei si aggirerà con coltelli da macellaio nelle vostre stanze da letto voi saprete la verità.

Uwe Schmieder